Una stazione ecologica bella e funzionale




Leco è una stazione ecologica attrezzata, dall’aspetto giovane e colorato, con un forte rimando ludico impresso nella memoria collettiva.

E’ un contenitore per la raccolta differenziata, composto da cinque elementi in polietilene a bassa densità (LDPE) di cui due per l’allumino e il vetro, nei rispettivi colori azzurro e verde e due, di dimensione più grande, per la carta di colore bianco e giallo per la plastica. I quattro elementi si posizionano a loro volta su un quinto elemento, di colore grigio, che fa da basamento.

L’originalità della forma di Leco si distacca dal classico contenitore per la raccolta differenziata  cercando di coinvolgere l’utente attraverso due aspetti fondamentali: la simpatia dell’estetica e la funzionalità modulare.
Leco è chiaramente un riferimento al “Lego”, un gioco mondiale che accresce sin da piccoli la capacità di gestire e combinare  piccoli oggetti, stimolando la creatività.

Da qui la volontà di creare, anche se per un tema delicato come quello della sostenibilità ambientale, la possibilità di interagire con i contenitori in modo piacevole superando ostacoli estetici e formali.
Tale visione ci ha portato all’ideazione di un raccoglitore che avesse la capacità di attirare l’attenzione, oltre che per la sua funzione,  per la sua capacità di risolvere problemi di spazio e invogliare alla pratica quotidiana della raccolta differenziata.

Nello specifico ogni singolo contenitore è composto da una scocca esterna in LDPE con le due estremità volte all’assemblaggio, che rimandano in modo molto intuitivo alla facilità di incastro tra elementi tipica del gioco “Lego”; mentre nella parte frontale, sempre in LDPE, è previsto un cassetto completo di telaio metallico per l’alloggio del sacchetto.

La tecnologia ipotizzata per la produzione di Leco è lo stampaggio rotazionale, con gli adeguati accorgimenti per l’alloggiamento di inserti necessari, come le guide per lo scorrimento del cassetto e bulloni annegati per il fissaggio del telaio del sacchetto.

Il materiale adatto per la produzione di Leco è il polietilene a bassa densità, ovvero uno tra i materiali, insieme al PET e l’HDPE, facilmente recuperabili e riciclabili dal post-consumo; ha un ottima stabilità dimensionale ed è utilizzabile senza problemi di fragilità e rotture fino a 80°C e può essere colorato facilmente. La lavorabilità del LDPE avviene attraverso diverse tecnologie come l’estrusione, il soffiaggio, lo stampaggio ad iniezione e con metodo rotazionale come nel caso della stazione Leco.

Leco è una soluzione nuova, coinvolgente e colorata per cercare di migliorare l’attitudine al riciclo in maniera spontanea, contribuendo giornalmente alla salvaguardia dell’ambiente.


Huby, il nuovo e-shop che ama design ed ecosostenibilità


Arriva Huby, l'e-commerce dove trovano spazio oggetti diversi per uso, design e stile, ma mai solo “prodotti”.

Un e-shop nato sotto il segno del riciclo, dell'hand made, ma soprattutto dell'unicità: quella delle persone e delle cose che scelgono per sè. In Huby, il design e l'ecosostenibilità si uniscono per creare accessori realizzati da giovani designer, a km 0 e con materie prime riciclate.

Per la notte delle streghe, Huby propone la Halloween Collection: bijoux ideati da un'architetto torinese che salva gli scarti industriali di Corian®, materiale pregiato utilizzato per i top da cucina, fa di essi un'idea e una forma che poi rifinisce a mano, uno ad uno.

Ci sono poi le Particles Bags, accessori dai colori vivaci realizzati riciclando i banner pubblicitari in pvc e gli stendardi che hanno animato la città durante le ultime Olimpiadi Invernali italiane. Ogni pezzo è unico, perchè non c'è taglio o parte del banner che si riproponga allo stesso modo, così come unico è il vissuto di ogni oggetto, e di chi lo indossa.

Huby si propone inoltre come un hub tra chi ha le idee e le crea, e chi le vuole indossare o collezionare. Cerca proposte giovani, realizzate con pochi mezzi e tanta creatività, delle idee innovative, ma anche irriverenti, di chi crede nella nostra filosofia e, magari, è in cerca di una vetrina.

Huby nasce da Hub09 – Social Design, laboratorio su tendenze, comunicazione, design e social network e dal suo osservatorio, Hubble.





Ecosystem produce agende 100% ecologiche.

Avete presente le Moleskine?
Credo che tutti abbiate presente almeno come sono fatte, e una gran parte di voi sicuramente, come me, le usa regolarmente.
Per chi non lo sapesse Moleskine è una marca che identifica una famiglia di taccuini, agende, guide di viaggio: strumenti  agili ed essenziali che accompagnano il quotidiano e lo straordinario, diventando parte integrante della personalità di ciascuno.
Ma mi sa che adesso sono costretto a cambiare, ho trovato qualcosa che, per il mio modo di pensare, è molto più interessante.
Si tratta di ecosystem, un'azienda che produce agende molto simili a quelle prodotte dal noto marchio italiano con la differenza che sono completamente prodotte da materiale riciclato.
Oltre all'utilizzo di carta riciclata ecosystem ha esaminato diligentemente ogni passo produttivo, per ridurre il più possibile l'impatto ecologico in tutte le fasi della progettazione; sono stati scelti quindi anche i produttori di materie prime più ecologici presenti nel mercato.

Questa attenzione ai particolari fa delle agende ecosystem un vero e proprio modello per qualsiasi tipo di azienda ma quello che le rende speciali è la loro "traccaibilità".
In ogni agenda infatti c'è un ID unico che ne testimonia la sua vita e, inserendolo nel sito, riporta la provenenza di tutti i materiali usati. E' quindi possibile controllare che tutta questa attenzione all'ecologia sia effettiva e non siano sole parole al vento.

Ecosystem offre 4 tipi diversi di prodotti, ognuno dei quali personalizzabile; si possono scegliere la dimensione, il colore e il tipo di copertina.

Questo sono i quattro diversi stili:

Ecosystem advisor planner notebook
Il classico calendario. Possibilità di scegliere il formato tra mensile o due layout diversi per quello settimanale

Ecosystem architect journal
Un quadernetto, ottimo per gli schizzi e per chi ama i quadretti.

 
Ecosystem artist journal
Fogli bianchi, per dare libero sfoglo alla fantsia e all'artista che è in te

 
Ecosystem author journal
Se la tua passione è la scrittura, questo è il modello che fa per tesuddiviso nelle classiche righe.


Per tutte le varie peronalizzazioni ti rimando al sito, perchè sono veramente vastissime.

Io la mia copia l'ho già acquistata e qui ci sta un piccolo controsenso. Per acquistarla in Italia si è costretti a farlo tramite il sito. Le agende verranno quindi spedite dall'america.
Tutta questa attenzione all'ecologia e agli sprechi per poi inviare un solo oggetto dalgi Stati Uniti via aerea; certo, l'aereo avrebbe viaggiato lo stesso quindi l'impatto è minimo ma è un pò un controsenso.

Come in tutto, tuttavia, bisogna fare delle scelte e dato che l'agenda mi serve, sono costretto a scegliere se acquistarne una costruita in materiali non riciclati e prodotta in cina o se acquistarne una in materiali ecosostenibili prodotta negli USA...

Per minimizzare gli sprechi possiamo arganizzarci e acquistare grosse quantità; riunisci gli amici che le vogliono e lascia un commento qui sotto, quando il numero è bello consistente facciamo un bel ordine, e magari riusciamo anche a risparmiare qualcosa...

Capture the rain: un grattacielo a zero spreco d'acqua


Progettato per il 2010 Skyscraper Competition da Ryszard Rychlicki e Agnieszka Nowak, entrambi studenti di architettura a H3AR, il "capture the Rain" (cattura pioggia) , è un grattacielo sostenibile che raccoglie l'acqua piovana per soddisfare le esigenze d'acqua dei suoi residenti.

Caratterizzato da un innovativo tetto che raccoglie tutta l'acqua piovana possibile e da un "guscio" esterno costituito da un sistema di grondaie che massimizzano anc'esse la raccolta d'aqcua, questo Eco grattacielo convoglia tutta l'acqua verso il suo interno che, a forma di imbuto, la convoglia verso i serbatoi posizionati sotto le fondamenta. Durante questo processo l'acqua viene filtrata e poi, tramite delle apposite pompe, viene spinta fino a dei serbatoi posti sotto al tetto; a questo punto l'acqua è pronta per servire tutte le unità abitative.

Con questo sistema e con il serbatoio principale molto capiente è garantita la quantità sufficente di acqua per tutto l'anno, in quanto tutta quella in eccesso che cade nei periodi piovosi viene immagazzinata e sfruttata nei periodi secchi.


Un'idea veramente molto interessante, autonoma, ma fattibile solo in alcune zone. In certe altre servirebbe una superficie "catturante" enorme per soddisfare le esigenze di una sola famiglia. In paesi come l'inghilterra, per esempio, dove le pioggie sono molto frequenti, questo sistema ridurrebbe drasticamente gli sprechi d'acqua.

Sarebbe interessante capire anche quanto viene sacrificata l'illuminazione naturale all'interno del grattacielo, in quanto un enorme risparmio d'acqua a fronte di un enorme aumento di consumo di energia non avrebbe tanto senso...

Andrea: purificatore d'aria tramite piante


Si dice che l'aria che si respira ogni giorno nei luoghi in cui si vive e lavora può essere da 5 a 10 volte più nociva che camminare per la strada, insieme con le sostanze chimiche pericolose presenti nei prodotti domestici di uso comune.

Progettato da Mathieu Lehanneur e David Edwards dell'Università di Harvard, ANDREA è un purificatore d'aria che utilizza le piante da interno per filtrare l'aria. Originariamente conosciuto come BelAir, il progetto è passato attraverso una serie di prove, al fine di renderlo disponibile per i consumatori, con funzionalità aggiornate.
Il dispositivo si basa sulla fitodepurazione naturale tipica delle piante per eliminare i composti organici volatili.


È sufficiente posizionare qualsiasi pianta d'appartamento all'interno del contenitore che è appositamente progettato per richiamare le tossine presenti nell'ambiente per poi farle circolare tra le foglie e le radici, che ne assorbono e metabolizzano le tossine. Anche se possono essere utilizzati tutti i tipi di piante, le più indicate sono lo Spathiphyllum,  la Marginita Dracaena, il Chlorophytum comosum e l' Aloe Vera, tutte piante semplici da trovare, adatte alla coltivazione interna e di facile mantenimento.

Basandosi sulle ricerche della NASA, il purificatore d'aria rimuove tutte i componenti organici tossici, tra cui la formaldeide e altre sostanze tossiche emesse da pitture, tappeti, e adesivi, e ri-circola aria pulita in casa tua. ANDREA per la purificazione utilizza sia la pianta stessa che l'acqua e la terra usate per farla vivere. In questo modo garantisce un sistema multistadio che pulisce l'aria dalle sostanze dannose che possono irritare ed essere dannose.

Naturalmente purifica l'aria utilizzando un ventilatore, che "attira" l'aria dall'esterno e la spige attraverso le foglie e le radici della pianta, poi attraverso l'acqua e il terriccio, per poi farla ritoranre nell'ambiente esterno.
Un vassoio estraibile della base permette di cambiare facilmente l'acqua della pianta e si può regolare la velocità della ventola girando una manopola.


Le sue dimensioni sono di 32 centimetri di diametro e 45 centimetri in altezza e sono adatte per l'uso in qualsiasi tipo di ambiente. I progettisti dicono che queato sistema migliora del 360%  la capacità di filtrazione dell'aria di una pianta in condizioni "naturali" ed ha un'efficenza di 440 volte superiore ai soliti filtri al carbone attivo Andrea fa aumentare la velocità di filtrazione di una piante anche del 1000% (non ho scritto male, mille per cento!).

Ora i lati negativi:
La progettazione stessa, anche se minimalista e funzionale, potreva essere stata studiata, a mio parere, meglio.
Ho dei dubbi sulla reale possibilità di sviluppo della pianta, essendo costretta a non crescere più di 35cm, a vivere in condizioni di illuminazione non naturale e ad essere costantemente sotto sforzo.
Gli sviluppatori dicono che lo sviluppo del progetto costò 250.000$ e adesso è in vendita, per l'Italia, a 149€. Un po' troppi per un purificatore d'aria...

Per acquistarlo clicca qui.

IPetals: il caricatore ecologico per iPhone


Dopo un lungo periodo di pausa eccomi di nuovo a presentarvi le interessanti e divertenti idee dei nuovi designer eco-frendly. E voglio ripartire con iPetals, il nuovo caricatore solare per iPhone.
Parto con questo nuovo progetto perchè qualche tempo fa ho lavorato ad un'idea simile per poi accantonarla e... vederla prodotta da qualcun altro! Ma non importa...
iPetals va a inserirsi all'interno di due tra i mercati più effervescenti degli ultimi anni: quello degli iPhone e di tutti gli accessori marchiati Apple e quello delle energie rinnovabili e pulite.
Partendo come ispirazione dal primo caricatore solare con l'apertura "a fiore" , il Sunny Flower disegnato da Fandi Meng, il designer Mac Funamizu (se non lo pensa lui con quel nome...) ha creato iPetals, un oggetto che può entrare comodamente nella vita di tutti gli appassionati della casa di Cupertino.
Le sue dimensioni ridotte (praticamente uguali a quelle del caricatore da parete) lo fanno stare tranquillamente in tasca ma una volta aperto la sua capacità di caricare è quasi pari a quella della presa elettrica. Già queste due caratteristiche possono essere sufficienti per ritenerlo un oggetto estrememente pratico e conveniente ma il buon Mac ha voluto rendere il tutto anche utile; appoggiato nella sua posizione chiusa, infatti, iPetals diventa un ottimo supporto per il nostro iPhone. Semplice ma geniale! 



 
 

Una scultura di cibi organici

Per contrastare l'assurdo spreco di fertilizzanti che sono dannosi non solo per l'ambiente ma anche per i nostri organi e per soddisfare la sempre maggiore richiesta di cibi organici ed a impatto 0, Rafael Fernando daSilva e Débora Nogueira hanno progettato questo particolare oggetto di arredo.

Può sembrare un semplice oggetto decorativo, può sembrare un lampada, ma sostanzialmente è un orto biologico!

Con alla base una piccola riserva d'acqua, l'orto biologico da interno è costituito da due serpentine che formano una spirale. Al loro interno scorre una piccola quantità da'acqua, necessaria a tenere alla giusta umidità i semi delle varie piante che vengono inserite nelle apposite fessure.

Un oggetto solo che mette assieme illuminazione, ecosostenibilità e design!




iTANDEM. I figli in bici in modo attivo

Avete mai corso in bicicletta con un bambino sul sellino?

Certo, con i sellini di "ultima generazione" sicuramente la comodità non manca, ma perchè non far fare un pò di attività fisica anche a questi bambini? A meno che non abbiano 8 mesi...

Stimolato da queste domande un giovane papà di Portland, amante della bicicletta, ha brevettato iTandem, un Tandem con qualche piccola modifica derivato da itChair, una bicicletta richiudibile pensata per il trasporto divertente e comodo dei figli.
Su questa bicicletta il bambino non stà seduto nel classico sellino ma su una sella vera e propria.

Un'altra coppia di pedali collegata a quelli principali da una catena aggiuntiva permette ai bambini di deventare perte attiva della pedalata, in modo sicuro e divertente.

Un modo sicuramente interessante di portare in giro i figli per la città senza dover avere il pensiero che finiscano chissa dove o senza far fare un giro da totali spettatori.
Anche ad un'età minima iTandem aiuta notevolemente a prendere confidenza con i movimenti della pedalata, per far sì che i bambini memorizzino e comincino ad essere autosufficenti molto prima.






ORKYS, l'orchidea che fa luce

Prendendo spunto da uno dei fiori, a mio parere, più belli la designer francese Vivien Muller ha creato Orkys, una lampada a che sembra un'orchidea.

Un'idea semplice, utile, che decora la casa e che non inquina. Orkys funziona infatti a celle fotovoltaiche istallate sulle foglie che garantiscono un'ottima illuminazione per diverse ore. Un regolatore di intensità infine garnatisce il massimo risultato in ogni ambiente con il minimo spreco.

Un design semplice e "duttile"; le foglie el il gambo sono infatti modellabili, in modo da integrarli perfettamente in qualsiasi angolo della casa.

A meno che tu non viva in un paese dove il sole splende per 10 minuti al giorno questa lampada fa al caso tuo!




IPV. L'era del binomio spostamento-consumo è finita!

E' ormai giunto il momento di dare una svolta importante alla mobilità alla quale siamo abituati.
Viene automatico associare la parola mobilità alle parole benzina e consumo ma, visto come si sta comportando negli ultimi anni il pianeta terra bisogna cambiare queste associazioni di parole. Subito.

I continui segnali, i terremoti, gli uragani, i tifoni, le alluvioni, lo scioglimento dei ghiacci e il clima sempre più pazzo dovrebbero far riflettere. Molte delle colpe vanno attribuite anche alle emissioni di CO2 dei mezzi di trasporto che, per assurdo, producono quasi il 50% dell'inquinamento mentre sono fermi o sistanno fermando, al semaforo, in coda o in frenata.

Da molti anni sono state progettate e testate auto ibride, elettriche e addirittura a marijuana ma sempre senza scarsi risultati sicuramente non dati dalle prestazioni ma dai troppi interessi legati al mondo della mobilità; non sono molto ottimista anche in questo caso ma la speranza è sempre l'ultima a morire!

Il designer Philipp Siebourg ha progettato IPV (Induction Powered Mobility), un progetto per una mobilità ad induzione, senza consumi e soprattutto senza inquinare.

Il progetto consiste in una pavimentazione urbana e a delle auto a magneti che si spostano grazie all'attrazione dei due corpi. Un modo di spostarsi veramente a impatto 0.

Basta salire sul mezzo, impostare la destinazione e godersi il viaggio, senza doversi preoccupare della guida, dei semafori e delle altre auto; addio stress, addio aria irrespirabile in città e addio constatazioni amichevoli!








 
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